Toscana

Trekking urbano, una giornata non basta

DI MARCO LAPICamminando all’indietro: alla ricerca di luoghi, mestieri, sapori e suoni del tempo perduto». Sarà questo il tema della terza «Giornata nazionale del trekking urbano», presentata nei giorni scorsi a Siena, sua città d’origine e tuttora capofila di un movimento che nelle precedenti due edizioni ha visto praticamente raddoppiare il numero di centri urbani coinvolti e quello dei partecipanti. E se si è giocato così d’anticipo (l’iniziativa è infatti in programma per domenica 1° ottobre, anche quest’anno con la collaborazione dell’Associazione nazionale guide turistiche), probabilmente è proprio per allargare ulteriormente il novero dei partecipanti, mettendo al tempo stesso tutti in condizioni di individuare le proposte e gli itinerari migliori.Lo scorso anno furono ben 23 le città italiane che domenica 9 ottobre invitarono i 60 mila partecipanti a «scalare le mura», proponendo luoghi e monumenti semisconosciuti da visitare usando le scale.

Tra queste, ben cinque (Arezzo, Lucca, Massa e Prato, oltre alla stessa Siena) erano toscane ma mancò, ancora una volta, la partecipazione di Firenze, nonostante la consistente presenza di tanti altri capoluoghi di regione (Ancona, Aosta, Bologna, Campobasso, Genova, Perugia, Potenza, Trento) e della stessa capitale.

Come dire che ciascun centro urbano, indipendentemente dalla sua grandezza e dall’onnipresente overdose di auto, poteva e può avere senz’altro qualcosa da proporre in questa chiave. Sul tema di quest’anno, ad esempio, il capoluogo toscano avrebbe l’imbarazzo della scelta. L’indicazione generale è quella di proporre anzitutto ai trekkers il luogo, o i luoghi, dov’è nata la civiltà di ogni città: la prima aula di sapienza per le città che hanno visto nascere l’Università in Italia, il porto vecchio per le antiche repubbliche marinare, il castello feudale intorno al quale è nato il primo borgo. Un viaggio alle origini che coinvolgerà anche il dialetto e gli alimenti più arcaici.

A Siena l’itinerario entrerà nei sotterranei del Santa Maria della Scala e percorrerà la Via Francigena lungo la quale si sviluppò la città medievale. Un’avventura all’indietro nel tempo che coinvolgerà in ogni città anche artigiani, monumenti d’arte e ristoranti. Nella città del Palio sono ben trenta i ristoranti che aderiscono a «Vetrina toscana a tavola», iniziativa correlata con l’evento del 1° ottobre.

Sarà insomma una giornata da vivere all’aria aperta nei luoghi della cultura, niente di meglio nel campo del «turismo sostenibile». Una formula che funziona, ma che è un peccato «relegare» a una sola domenica nel corso dell’anno. Ogni città potrebbe proporre qualcosa di «permanente», un angolo da «salvare» dal traffico e da promuovere adeguatamente. Siena lo fa dal 2002, proponendo quattro suggestivi itinerari, uno per ciascuno dei tre terzieri e il più lungo e impegnativo che abbraccia tutta la città. Certo è favorita dalla conformazione urbana e da una zona blu che ha sempre funzionato a dovere. Lucca ha la maestosa cinta muraria, che da sempre costituisce una passeggiata per eccellenza.

Ma Firenze potrebbe non essere da meno: tutto l’Oltrarno, con il Viale dei Colli e le mura superstiti, e le pendici delle colline di Fiesole e Settignano si prestato alla perfezione. Chi ben conosce certe zone non esita a farne già adesso meta di salutari sgambate, ma ci vorrebbe magari un po’ più di coraggio per valorizzarle al meglio, riservando il traffico automobilistico su alcune strade ai soli residenti e promuovendo a dovere la conoscenza dei possibili itinerari e delle loro caratteristiche storico-culturali. Perché tutte le città, secondo lo spirito della «Giornata nazionale del trekking urbano», siano sempre più a misura d’uomo, per gli stessi abitanti prima ancora che per i turisti che pure le potrebbero così ammirare sotto una luce diversa.