Toscana
Artigianato: è sempre crisi, ma le «botteghe» non mollano

I più penalizzati rimangono i comparti calzaturiero, tessile e concia, insieme ai sub-settori orafo, vetro, ceramica e lapideo. In ripresa la cantieristica, stenta ancora la meccanica.. Soffrono, nell’edilizia, i lavori di completamento e le installazioni di servizi. Perdite più elevate per le microimprese che contano, in media, due addetti o poco più, compreso il proprietario contenute per quelle sopra i nove addetti.
L’occupazione risente dalla crisi: perdite consistenti nel manifatturiero, significative nei servizi, per la prima volta dal 2000, stabili nell’edilizia. Posti di lavoro in calo soprattutto per i dipendenti a tempo pieno sostituiti con forme di lavoro dipendente a tempo parziale ma la crisi non risparmia alcuna categoria di lavoratori, sia dipendenti che indipendenti, questi ultimi in maniera minore. I lavoratori diminuiscono in maniera significativa nelle aziende artigiane più strutturate, con più di 6 addetti, più contenute in quelle da 1 a 5 addetti, a Prato, ma anche nell’empolese, nelle province di Massa – Carrara, Pistoia e Pisa; e nei distretti di specializzazione (moda, orafo, mobile, cartario, lapideo). Nel 2005 è rallentato il tasso di sviluppo delle imprese artigiane toscane, a causa del forte ridimensionamento del manifatturiero e dei servizi, che scendono di quasi due punti percentuali.