I vescovi non sentono di dover cavalcare l’ondata di antipolitica: ai politici, però, chiedono sempre maggiore coerenza, all’interno di una vita politica che va rigenerata. Lo ha detto, questa mattina, mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente della Cei. I vescovi, ha esordito Betori, hanno la percezione di una malattia sociale che riguarda l’ethos condiviso. Si tratta di un problema anzitutto culturale, all’interno del quale la risorsa del Vangelo e la tradizione cattolica in Italia va valorizzata, non demonizzata o emarginata dal dibattito pubblico. E’ a questo patrimonio, ha sottolineato infatti Betori, che è sempre stato attinto e si potrà attingere in futuro, in termini di attenzione alla persona e al perseguimento del bene comune. Durante il Consiglio permanente, i presuli non hanno fatto analisi di particolari problemi sociali. I vescovi ad avviso di Betori non sentono di dover cavalcare l’ondata di antipolitica. La preoccupazione per la realtà sociale disgregata non fa apparire necessarie le istanze dell’antipolitica, perché per la dottrina sociale della Chiesa la politica è un elemento essenziale per la vita della società. La comunità ecclesiale, piuttosto, chiede sempre maggiore coerenza, all’interno di una vita politica che va però rigenerata.Sir