Toscana

IRAQ, AUMENTANO MORTI E INSICUREZZA: VOCI SU SLITTAMENTO ELEZIONI

Tra domenica e lunedi’, secondo fonti ufficiali, in Iraq sono morte tra 55 e 60 persone mentre il ministro della Difesa iracheno, Hazen Shaalan, in visita al Cairo non escludeva, anche a causa del crescente clima di insicurezza, la possibilità di far slittare le elezioni previste per il 30 gennaio qualora i sanniti annunciassero di volervi partecipare.

Washington resta contraria a qualsiasi ritardo ma per l’Iraq, travolto da una serie crescente di azioni violente – inclusi ripetuti sabotaggi di oleodotti – la questione di un rinvio non è di poco significato. “Se troppi cittadini decidono di non votare non tanto per protesta quanto per paura della violenza – ha detto l’ex-ministro degli Esteri Adnan Pachach – caos e scontri civili continueranno ad aumentare”.

Pur controverso, Pachachi resta figura di primo piano sulla scena irachena. ”Una carta costituzionale formulata da un’assemblea che non rappresenta vaste aree del Paese non potrà mai essere considerata legittima” ha aggiunto Pachachi. Il rischio principale è che, se gli americani insisteranno per la data del 30 gennaio, la violenza possa continuare ad aumentare e i sunniti non recarsi al voto se non al minimo, provocando l’elezione di una rappresentanza politica tutta sciita e quindi non rappresentativa del paese con conseguente non accettazione del risultato elettorale.

E’ giunto intanto a 1333 il numero ufficiale dei militari americani morti in Iraq mentre aumenta ogni giorno quello delle vittime civili irachene di cui nessuno riesce a tenere il conto ma ormai nell’ordine di diverse decine di migliaia.Misna