Toscana
IRAQ, COPRIFUOCO A BAGHDAD E ALTROVE DOPO DUE SPAVENTOSE GIORNATE
Dopo una notte agitata da altri duri scontri, Baghad si è svegliata con il coprifuoco per il venerdì, giorno sacro per i musulmani, dopo due giorni di violenze di tale entità da aver fatto saltare i negoziati per la formazione del governo e aver dato più sostanza del solito allo spettro della guerra civile più volte già evocato anche in passato. Chiunque fosse in giro oggi fino al pomeriggio verrà arrestato anche se, come di solito il venerdì accade, stesse tentando di recarsi a pregare in una moschea. Il provvedimento, che dovrebbe scadere questo pomeriggio, riguarda anche altre zone del paese particolarmente esposte alla violenze tra cui le province di Babilonia, Diyala e Salaheddin.
In mattinata si è avuta comunque notizia di un muezzin ucciso nel nord e di un attentato nel sud a Bassora le cui vittime, tra morti e feriti, sono ancora da accertare. Sono almeno 138, secondo le ultime stime, le vittime per lo più civili successive alla distruzione della moschea Askariya di Samarra, detta anche, per la sua cupola ormai sbriciolata, Moschea d’Oro, in ordine di importanza il quarto monumento sacro dell’Iraq. Decine le moschee assaltate, danneggiate o distrutte dopo quell’attentato.
A quanto pare, negli incessanti combattimenti, sciiti e sunniti appaiono, secondo il New York Times, accomunati nell’ ulteriore allontanamento dagli americani: I sunniti dicono che gli Stati Uniti non li hanno protetti scrive il quotidiano in una sua interpretazione degli eventi – e gli sciiti se la prendono con gli americani per aver tentato di limitare l’uso della della forza contro gli insorti. Sono morti anche sette militari americani portando il totale intorno a 2300 secondo i conteggi ufficiali. Anche l’uccisione di una giovane giornalista della stazione televisiva al Arabya e di due suoi collaboratori ha aggiunto orrore alla cronaca delle ultime 24 ore. Ne hanno ovviamente contribuito a un’atmosfera meno bellicosa le frasi giunte da oltre confine.