Prato

Parrocchie, lavori in corso

Maliseti recupera la scuola: più spazio per le attività La vecchia scuola media si è trasformata in spazi per la comunità. La parrocchia di Maliseti è stata, nei mesi scorsi, al centro di una profonda opera di ristrutturazione, che si è conclusa, appunto, con l’apertura del centro pastorale San Giovanni Battista, inaugurato nei mesi scorsi durante la peregrinatio Mariae dal vescovo Simoni. L’ultimo tassello di quest’opera sarà l’apertura del piccolo – e delizioso – museo parrocchiale, prevista per il prossimo 24 giugno. «I locali di cui si è riappropriata la parrocchia sono stati per quarant’anni della scuola media, fino al 2010», racconta il parroco, don Santino Brunetti. «Adesso ci sono tutti gli spazi necessari per le attività pastorali, per il catechismo, le riunioni le assemblee, con una sala da ottanta posti. Spazi per la carità, con la comunità carcere, la Caritas, il volontariato vincenziano. C’è anche, ed è una novità per la parrocchia, una piccola biblioteca che stiamo organizzando. E una cucina attrezzata e a norma per i ritrovi in parrocchia». Nei locali rinnovati c’è posto naturalmente anche per per le attività dell’oratorio dei ragazzi e per la pastorale giovanile, con sale dedicate alle proiezioni, ma anche alla musica (con una piccola sala prove), oltre al classico calcetto balilla o al ping pong. E ancora spazi per le riunioni e i volontari. «L’impegno della parrocchia è un lavoro di squadra nei nostri cinque quartieri, – racconta ancora don Santino – dove si fanno incontri e alcuni servizi pastorali. La catechesi viene fatta qui, i ragazzi sono circa 350. È per questo che abbiamo bisogno di spazi comodi. Il recupero dei locali della scuola, organizzati in ambienti idonei, è stato un passo fondamentale per la nostra parrocchia che, anche grazie a numerosi donatori, ha sostenuto l’impegno dei lavori di ristrutturazione». Al piano di sopra, gli uffici, l’abitazione del parroco e un appartamento, con studio, per un eventuale viceparroco. Di sotto, appunto, i nuovi locali. «Sono tredici stanze per 800 metri quadri destinati a uso pastorale», spiega ancora don Santino. «Spazi esterni ce n’erano già, con il campetto da gioco. Vedremo di migliorare ancora». A Capezzana torna a vivere la canonica«Adesso siamo stati anche dichiarati dalla Soprintendenza come bene di interesse artistico», spiega soddisfatto il parroco di Capezzana, don Alberto Maggini, mostrando il decreto dei Beni culturali che riguarda il “Complesso ecclesiastico di Santa Maria a Capezzana”. «Questo significa che chi vorrà fare donazioni per i restauri potrà detrarle dalle tasse». Un sostegno che sarà necessario, adesso che la parrocchia sta affrontando le spese – in parte coperte dalla Diocesi con i fondi Cei – per la ristrutturazione della canonica, incominciati lo scorso anno e che si sono conclusi da poco, per lo scorso giovedì santo. «Adesso entro l’estate faremo l’inaugurazione con il Vescovo», spiega ancora il parroco. «Questi lavori alla canonica sono gli ultimi di una lunga serie incominciata negli anni Novanta, con il restauro degli affreschi del XV secolo, poi proseguiti via via al tetto e poi agli impianti campanari messi a norma. Fino ad arrivare agli anni più recenti con gli interventi arrtistici di Gabriella Furlani, con il tabernacolo, l’ambone, la Via Crucis. O, ancora, al campo di calcetto per l’oratorio».L’ultimo intervento alla canonica non era più rimandabile. «Nel 2008 cadde un pezzo di tetto, per fortuna senza conseguenze per nessuno. Era messa malissimo. Così, con don Renzo Fantappiè e l’Ufficio Beni culturali della Diocesi, fu decisa la ristrutturazione integrale. Una parte è stata finanziata dalla Cei con l’8 per mille, il resto lo paga la parrocchia, con iniziative come le cene mensili, cui partecipano 130-140 persone». La canonica ristrutturata è su due piani. La ditta Brunetti e Antonelli ha riportato a vista ovunque le travi in legno. «È stato un restauro conservativo – spiega don Maggini – che ha salvaguardato questo storico edificio, bonificandolo dall’umidità e creando spazi e servizi per l’intera parrocchia. Adesso ci sono spazi per le riunioni, qui a pian terreno, ma anche spazi per un viceparroco. C’è poi la stanza degli arredi sacri. E c’è posto anche per tutti i miei libri, una delle mie passioni: dunque presto li potrò riportare qui», conclude sorridendo. Visitazione, passi avanti verso la chiesa nuovaProsegue l’iter per la costruzione della nuova chiesa della Visitazione. La documentazione adesso si trova presso gli uffici comunali, per il via libera. «Entro l’estate – spiega l’ingegner Raffaele Tanzarella, coordinatore del progetto – presenteremo la documentazione a Roma, alla Cei, per il finanziamento che andrà a coprire fra il 40 e il 70% dei 4 milioni previsti: sarà anche un bell’investimento sul territorio». Non ci si sbilancia sulla possibile data di inizio dei lavori, anche se ci si augura che possa essere nel 2012. Il progetto per la nuova chiesa a Galciana è stato realizzato dallo Studio MDU (architetti Marcello Marchesini, Valerio Barberis, Alessandro Corradini e Cristiano Cosi) e dall’architetto Matteo Morittu.«Tutto il progetto nasce da qui: quali sollecitazioni la parola “Visitazione” suscita in ciascuno di noi?», spiega il parroco, don Luca Rosati, che ha esposto le esigenze ai progettisti. «Viene in mente un incontro di persone. Ecco allora le due ‘aule’, la cappella feriale, più piccola e la chiesa principale, due edifici che si incontrano. Ma anche l’apertura all’esterno, il grande portico coperto sul davanti del complesso. Infine, la monumentalità di tutto l’insieme incuriosirà le persone, spingendole a voler conoscere la chiesa e la parrocchia più da vicino».«Il complesso edificato sarà di 2200 metri quadri», spiega Marchesini, uno dei progettisti. «La chiesa principale potrà contenere sulle 300 persone. Uno dei tratti distintivi che la caratterizzerà è un lucernario, una sorta di fessura che la percorre dal fonte battesimale, a destra dell’ingresso, fino all’altare. Un forte valore simbolico della luce. Ma anche una soluzione che, con delle aperture, consentirà una climatizzazione naturale dell’ambiente».«Tutto il complesso – sottolinea invece Tanzarella – si inserisce in una zona nuova ed è stato progettato in perfetto raccordo con le esigenze del Comune di qualificare la zona con punti vitali di aggregazione. La chiesa e il suo complesso avrà una sua forte personalità architettonica e artistica (quest’ultima la stiamo definendo in vista della presentazione del progetto a Roma). Il complesso ha una forma architettonica leggera, ma di grande suggestione, caratterizzata da una copertura mossa e armoniosa». Il tratto più distinguibile dall’esterno è una sorta di grande M che viene fuori dall’abbraccio (la suggestione della Visitazione, appunto) fra la cappella e la chiesa maggiore. Il campanile sarà alto una trentina di metri. Sulla destra, guardando la facciata della chiesa, si apre il grande portico da 600 metri quadri e, infine, un’aula polivalente per incontri, raduni e conferenze. «Le facciate saranno in un travertino particolare, toscano, – sottolinea Marchesini – mentre l’intera forma del complesso vuol dare il senso dell’apertura, di un abbraccio verso il paese. La collaborazione stretta con il parroco ci ha permesso di venire incontro alle varie esigenze: ci saranno infatti spazi per tutte le attività della parrocchia, dai ragazzi al volontariato. Fino alla cappella mortuaria». «È un progetto – conclude il parroco – attento anche alla “sollecitudine di Maria”, con un’attenzione alle persone a 360 gradi, dall’infanzia, alla ricreazione, fino al termine della vita».