Fondazione La Pira: la lettera aperta delle suore di clausura è un documento di grande importanza

Sessantadue monasteri femminili di vita contemplativa hanno sottoscritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio per esprimere «preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione». Le Suore di clausura, quindi, vogliono «dare voce ai nostri fratelli e sorelle migranti che scappano da guerre, persecuzioni e carestie, affrontano viaggi interminabili e disumani, subiscono umiliazioni e violenze di ogni genere che ormai più nessuno può smentire», e concludono supplicando i responsabili politici: “tutelate la vita dei migranti!».
La Fondazione Giorgio La Pira, che ha il fine istituzionale di conservare e diffondere il messaggio e la testimonianza del Professore, vuole sottolineare la grande importanza di questo documento, espressione dell’anima autentica e profonda della Chiesa, che richiama la coscienza di ogni cristiano di fronte a un problema di estrema urgenza per la nostra società. La Pira, infatti, volle sempre fondare il proprio impegno di intellettuale, di amministratore e di operatore di pace sul contatto continuo con la meditazione e la preghiera delle suore, a cui proponeva – con una fitta corrispondenza – i temi più pressanti della pace e della convivenza umana, nel quadro di una vera e propria «teologia della storia». La Pira asseriva – di fronte ai suoi interlocutori più autorevoli e potenti che ne rimanevano, come lui diceva, esterrefatti – di poter contare sul sostegno e la forza di migliaia di oranti in trecento monasteri di clausura: da lui considerati appunto «le forze più misteriose e soprannaturali della Chiesa e della storia».
«Io credo fermamente – scrive nel 1973 – che tutto quanto abbiamo fatto di efficace in questi più di vent’anni di azione per la pace dei popoli, sia dovuto all’efficacia inarrestabile dell’orazione dei monasteri». Ognuno può documentarsi su questo appassionato impegno spirituale dalle numerose lettere pubblicate.
Ma assai più di recente, il tema è stato ripreso da papa Francesco, il quale con la Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere del 2016, ha indicato la vocazione delle contemplative «come “fari” che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo». Anche il Papa richiede il loro sostegno per quanto operano nel mondo: «Non privateci di questa vostra partecipazione alla costruzione di un mondo più umano e quindi anche più evangelico». Di fronte ai rapidi progressi della storia umana, sempre più «la Chiesa conta sulla vostra preghiera e sulla vostra offerta per portare agli uomini e alle donne del nostro tempo la buona notizia del Vangelo… Pregate e intercedete per tanti fratelli e sorelle che sono carcerati, migranti, rifugiati e perseguitati, per tante famiglie ferite, per le persone senza lavoro, per i poveri, per i malati, per le vittime delle dipendenze, per citare alcune situazioni che sono ogni giorno più urgenti». La Fondazione, pertanto, ritiene necessario invitare ogni cristiano a non sottrarsi a questo provvidenziale appello, che non è limitato a coloro che hanno fatto una scelta di vita particolare, ma riguarda il messaggio che Cristo ha portato nel mondo: e quindi a considerare dovere di tutti quello di ricercare nei ripetuti richiami evangelici alla solidarietà ed all’accoglienza la spinta per un impegno concreto non solo nelle strutture ecclesiali, ma anche di fronte alle istituzioni del nostro paese.
Fondazione Giorgio La Pira