Il Mediterraneo per l’unità della famiglia umana

Pubblichiamo il testo integrale del messaggio conclusivo del Colloquio «Il Mediterraneo per l’unità della famiglia umana», (leggi articolo) organizzato dalla Delegazione regionale dell’Azione Cattolica Italiana e tenutosi a Livorno il 30 marzo 2008. Azione Cattolica Italiana – Delegazione regionale toscana IL MEDITERRANEO PER L’UNITÀ DELLA FAMIGLIA UMANA Una vocazione per la Toscana – Colloquio pubblico (Livorno – 30 marzo 2008) Messaggio conclusivo

L’Azione Cattolica della Toscana, riunita a Livorno nella Domenica in Albis (30 marzo) del 2008, ha celebrato il sesto Colloquio annuale del Progetto Cittadinanza, riflettendo sul tema: Il Mediterraneo per l’unità della famiglia umana. Una vocazione per la Toscana.

Attraverso le relazioni di Riccardo Petrella, Antonio Papisca, Pietro Costa e Lodovico Galleni, e il dibattito che ne è seguito, i partecipanti hanno preso coscienza dei tanti drammatici aspetti della situazione attuale del mondo che testimoniano quanto si sia ancora lontani da un giusto ed efficace riconoscimento dell’unità della famiglia umana. E’ stato anche considerato quanto di bene già si sta facendo e quanto, ancor di più, si potrebbe realizzare attraverso l’azione consapevole di molti. Per questo, è sembrato opportuno indicare gli impegni che, secondo lo spirito di questi Convegni, l’Azione Cattolica della Toscana intende assumere e proporre a tutti.

L’unità della famiglia umana è un obiettivo per il cui raggiungimento occorre che venga avviato con urgenza un percorso. Lo stesso riconoscimento giuridico di questo soggetto, pur citato nel diritto internazionale, è ancora incerto e lacunoso. Oggi non esiste ancora un ente che possa parlare con autorità a nome della famiglia umana e dei suoi diritti. Si sono fatti solo passi limitati, anche se significativi, come la qualifica di “patrimonio dell’umanità” attribuita dall’Unesco ad alcuni beni e luoghi, come la promulgazione della Carta araba dei diritti umani, e come la creazione del Tribunale penale internazionale, pur contestato dal soggetto più forte, gli Stati Uniti.

Nella direzione opposta a questi riconoscimenti, si stanno però creando milioni di clandestini, si stanno trasformando i poveri in clandestini. Questo deve inquietare la nostra coscienza, tanto più perché sia il movimento migratorio sia la massa dei poveri sono in forte crescita in ogni parte del mondo. L’Azione Cattolica della Toscana impegna i propri aderenti – e quanti si sentono interessati e responsabili – ad operare perché venga abolita la categoria stessa di “clandestino” per le persone che si muovono nel mondo alla ricerca di migliori condizioni di vita e, spesso, della possibilità stessa della sopravvivenza.

Poiché la famiglia umana ha bisogno di una “casa”, l’impegno deve riguardare anche la realizzazione di un mondo in cui vi siano condizioni di abitabilità e regole adeguate e giuste, in modo che non esistano paesi e popoli “senza futuro”. L’Azione Cattolica della Toscana intende contribuire a diffondere l’idea che, per questi problemi, vadano ricercate, ad ogni livello, soluzioni efficaci, che non privilegino i più ricchi e i più potenti, ma diano uguali garanzie anche ai più poveri e ai più deboli.

 

Il Mediterraneo si presenta come uno spazio in cui questi problemi si manifestano in modo acuto e spesso esplodono anche in forme di conflitto violento; la situazione ambientale, inoltre, lo sta trasformando in un mare sempre più inquinato e più caldo, a causa dell’effetto serra. E’ quindi in questo contesto che può essere avviato un percorso di realizzazione degli impegni prima indicati.

Al tempo stesso, nelle terre attorno al Mediterraneo si sono storicamente realizzati eventi di fondamentale e positiva importanza per l’umanità, ai quali possiamo fare nuovamente appello per affrontare con una saggezza rinnovata i problemi dell’oggi. I popoli del Mediterraneo sono stati in grado di incontrarsi, parlare e scambiare esperienze, culture, prodotti. E le scoperte del pensiero mediterraneo e in particolare quelle della scienza, sono dovute anche allo spirito di dialogo che si è di fatto affiancato a quello delle guerre.

Sulle sponde del Mediterraneo hanno le loro origini terrene le tre religioni che sono accomunate dalla figura del Patriarca Abramo, che si sono poi diffuse in tutto il mondo. Noi, abitanti di questi territori, abbiamo la forte responsabilità di sviluppare occasioni di colloquio e di formazione che accrescano la conoscenza e la stima reciproche, consapevoli che l’approfondimento della propria fede si alimenta anche nella conoscenza delle ricchezze altrui.

Nel Colloquio Mediterraneo, promosso da Giorgio La Pira nel 1960, si riconosceva che “il Mediterraneo è stato luogo privilegiato dove, sotto l’azione di fattori geografici, storici, economici, culturali e religiosi particolari, una figura dell’Uomo ha preso forma nel quadro di società la cui parentela di civiltà è innegabile. E’ legittimo parlare di un mondo, di un uomo, di uno spirito e di uno stile di vita mediterranei”. E si affermava “che l’umanesimo mediterraneo non è affatto un insieme di forme di pensieri e di miti estranei all’uomo del ventesimo secolo” ma “resta ciò che fu: una sorgente inestinguibile di creatività, un focolare vivente e universale dove gli uomini possono ricevere le luci della conoscenza, la grazia della bellezza e il calore della fraternità”.

Accogliendo e condividendo queste preziose intuizioni di Giorgio La Pira, l’Azione Cattolica della Toscana intende operare perché siano recuperate queste esperienze culturali e di saggezza e siano trasmesse, soprattutto ai più giovani, facendone oggetto specifico della propria attività di formazione.

Oggi sulle sponde del Mediterraneo si affacciano nazioni ricche di risorse energetiche, ma che necessitano di sviluppo, e nazioni sviluppate ma povere di quelle risorse. Vi sono quindi anche le premesse per uno scambio economico proficuo. A guidarlo non deve però essere l’obiettivo di garantire solo il proprio interesse, ma uno spirito di vera cooperazione, attraverso progetti concordati, e strutture partecipative che coinvolgano le comunità locali, superando l’autoreferenzialità degli stati nazionali.

La regione Toscana,  ha, per tradizione, risorse di impegno disponibili ed esperienze in atto da valorizzare, e può riscoprire nella sua storia e progettare con coraggio per il futuro percorsi orientati al bene comune.