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Rubrica: Risponde il teologo

22 Marzo 2007

Confessione, la via di Damasco

di Archivio Notizie

DI ANDREA DRIGANIVenerdì 16 marzo Papa Benedetto XVI, ricevendo i partecipanti al Corso sul «Foro interno» organizzato dalla Penitenzieria Apostolica, ha colto l’occasione per riflettere sull’importanza del Sacramento della Penitenza anche in questo nostro tempo. Nell’amministrare il Sacramento del perdono e della riconciliazione – ha ricordato il Pontefice – il presbitero agisce come «il segno e lo strumento dell’amore misericordioso di Dio verso il peccatore».

Abbiamo tutti bisogno – ha proseguito il Papa – di attingere alla fonte inesauribile dell’amore divino, che si manifesta a noi totalmente nel mistero della Croce, per trovare l’autentica pace con Dio, con noi stessi e con il prossimo. Solo da questa sorgente spirituale è possibile trarre quell’energia interiore indispensabile per sconfiggere il male ed il peccato nella lotta senza pausa, che segna il nostro pellegrinaggio terrestre verso la patria celeste. Il mondo contemporaneo – ha notato Benedetto XVI – presenta ancora quelle contraddizioni ben rilevate nella Costituzione «Gaudium et Spes» del Concilio Vaticano II. Oggi pare che si sia perso il «senso del peccato», ma in compenso sono aumentati i «complessi di colpa». Chi potrà liberare il cuore degli uomini da questo giogo di morte? Si è chiesto il Pontefice, solo Colui che ha debellato per sempre la potenza del male con l’onnipotenza dell’amore divino. L’impegno del sacerdote e del confessore – ha detto ancora il Papa – è principalmente quello di portare ciascuno a fare esperienza della carità di Cristo per lui, incontrandolo sulla strada della propria vita come San Paolo lo incontrò sulla via di Damasco. Il Signore ha amato Paolo e ha dato la vita per lui.

E nella Confessione – ha affermato Benedetto XVI – questa è anche la nostra strada, la nostra via di Damasco, la nostra esperienza : Gesù ha amato me e si è donato per me. Per questo ha rammentato quanto scriveva Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica «Novo millennio ineunte» quando raccomandava di riscoprire Cristo come colui al quale Dio ci mostra il suo cuore compassionevole e ci riconcilia pienamente a sé, perciò occorre far riscoprire il volto di Cristo anche attraverso il Sacramento della Penitenza. Per portare a compimento questa missione, interiormente unito sempre al Signore, il sacerdote – ha concluso il Pontefice – si mantenga fedele al Magistero della Chiesa per quanto concerne la dottrina morale, cosciente che la legge del bene e del male non è determinata dalle situazioni, ma da Dio.

benedetto xvi
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