Skip to content
0 prodotti
Area riservata
  • Notizie
    • Toscana
  • Il Settimanale
    • Toscana Oggi
    • La Parola – Fiesole
  • Edizioni Locali
    • Cremona
    • Grosseto
    • Fiesole
    • Firenze
    • Arezzo-Cortona-Sansepolcro
  • Rubriche
  • Eventi
    • Toscana Oggi contro il virus
    • Mostre
    • Campanile rock
    • Visite guidate
    • Appuntamenti
    • Via Francigena
    • The di toscanaoggi
    • Campanile Chef
  • Shop
  • Tv e Media
    • Immagine
    • Video
  • Cet Notizie
    • Giovanni Paolo II
    • Benedetto XVI
    • Altri Episcopati
    • Santa Sede
    • Chiesa Italiana
    • Concilio – Pontefici
    • Ecumenismo
    • Politica e Società
    • Vescovi Toscani
Area riservata

Rubrica: Risponde il teologo

13 Marzo 2007

Cosa si può dire quando muore un figlio?

di Archivio Notizie

Caro Teologo, riflettevo, qualche giorni fa, su una mia affermazione per «tentare» di dare conforto ad una signora che mi è molto cara. Forse le ho detto una stupidaggine, vista la sua reazione. Si tratta di una signora ottantenne e più alla quale, un anno fa, è venuto a mancare l’unico figlio. Due estati fa avevamo tanto pregato per lui: 50 anni, sposato, buon marito, padre di due figli. Anch’io ho un figlio solo e al solo pensiero di quanto soffre questa signora anziana mi immedesimo nel suo dolore e anch’io urlo a Dio che non è giusto.

Ci troviamo spesso in chiesa a recitare il rosario, ci salutiamo, ma il suo dolore lo leggo sul suo volto. Un giorno mentre l’accompagnavo a casa le dissi «Perdoni il Signore, Lo perdoni». In realtà ciò che quel grido significava era «butti il suo fardello su di Lui, confidi in Lui, Lo perdoni e cosi’ Lo amerà ancora di più…» Non mi ha capita. Il concetto di perdono è, purtroppo, slegato dal concetto d’amore: se io perdono Dio, anche nel dolore, mi sciolgo e il mio grido diventa un grido d’amore.

Tra qualche mese ci si ritroverà tutte le sere e io so che il suo volto tradirà ancora il suo dolore: come trovare le parole giuste? Grazie per la risposta.

Lelia Dal Santo

Risponde padre Saverio Cannistrà, docente di Teologia Sistematica Non credo che questa lettera richieda una risposta teologica, ma teologale, cioè di fede e speranza, una risposta che deve venire dall’interno, dallo Spirito che geme dentro ciascuno di noi, e non dalla «scienza» esterna del teologo. Una risposta che si dovrebbe riuscire a trovare solo nella preghiera, nell’ascolto della Parola, insomma nell’incontro personale con Dio.

A questo posso soltanto aggiungere che nell’invitare a «perdonare Dio» (come la signora ha fatto con la sua amica) mi pare si crei parecchia confusione. Infatti, se Dio è da perdonare, allora non esiste, diventa il nome di qualcos’altro (non so, la vita, il destino con cui bisogna riconciliarsi, in una sorta di amor fati).

Dio è certamente la risposta ultima a tutti gli interrogativi dell’esistenza. Ma appunto: è l’«ultima» risposta, sia in senso logico, sia in senso cronologico. Di fatto, nella nostra esistenza storica sono tante le domande che non trovano una risposta penultima e che dobbiamo lasciare aperte in attesa di giungere un giorno alla piena comprensione. Utilizzare Dio come risposta penultima espone a rischi molto grossi, o di superstizione o di non credenza. Pertanto, il nome di Dio va onorato con umiltà di creature, senza «nominarlo invano», come ci ammonisce uno dei primi e fondamentali comandamenti. A noi resta la possibilità, anzi il dovere, di condividere coi nostri fratelli e compagni di cammino la fatica, i dubbi, le angosce, testimoniando così ciò che di Dio abbiamo sperimentato: la sua vicinanza solidale.

Di Dio, in effetti, noi cristiani sappiamo una sola e fondamentale cosa: che è con noi, uomini finiti, peccatori, mortali. E per questo noi possiamo perdonare a noi stessi e ai nostri fratelli il male fisico, morale, spirituale di cui è ampiamente disseminata l’esistenza.

risponde il teologo
Sfoglia la rivista online Abbonati subito

Rubrica: Risponde il teologo

A cosa servono le Messe di suffragio? Un modo per raccomandare al Signore l’anima dei nostri cari defunti

Rubrica: Risponde il teologo

Perché pregare per altre persone? Che efficacia può avere? La risposta del teologo

Rubrica: Risponde il teologo

La novena di Natale, ecco come nasce una delle forme più amate di devozione

Rubrica: Risponde il teologo

Perché Dio nella Bibbia è chiamato «il Dio vivente»?

Rubrica: Risponde il teologo

Quanto deve durare la Messa? L’importante è che la liturgia sia curata

Rubrica: Risponde il teologo

Il Papa e il Concilio, la Chiesa li considera infallibili. Ma la questione è complessa

Potrebbero interessarti

Post thumbnail mancante

Rubrica: Risponde il teologo

Un uomo che ha già un figlio può sposare un’altra donna?

Post thumbnail mancante

Rubrica: Risponde il teologo

Sulle origini dell’universo ha ragione la scienza o la Bibbia?

Post thumbnail mancante

Rubrica: Risponde il teologo

Le «pubblicazioni» prima delle nozze: in quali casi è possibile non farle?

Logo toscanaoggi Copyright 2025 ©Toscanaoggi.it

Gruppo

  • La nostra redazione
  • Abbonamenti

Cet Notizie

  • Vescovi Toscani
  • Chiesa Italiana
  • Altri Episcopati
  • Santa Sede
  • Benedetto XVI
  • Giovanni Paolo II
  • Concilio – Pontefici
  • Politica e Società
  • Ecumenismo

Community

  • Le Idee
  • Sondaggi
  • Newsletter
  • Facebook
  • Twitter

Archivio

  • Territori
  • Diocesi
  • Provincie
  • Musei d’arte sacra
  • Privacy Policy
  • Informativa Cookie
  • Trasparenza