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Rubrica: Risponde il teologo

1 Giugno 2004

La gioia della Vergine resiste a ogni dolore

di Archivio Notizie

di Luigi M. De Candido«Il mio spirito esulta in Dio mio salvatore» (Luca 1,47). Con questo verbo autobiografico Maria asserisce che è donna gioiosa: la gioia è radicata nell’interiorità della propria personalità. Luca, evangelista «mariano», interpreta tale sentimento tramite una forma verbale assai duttile, che dal greco può venire tradotta letteralmente anche in quest’altro modo: «la mia vita fu piena di gioia a motivo del Dio il mio salvatore». Le frasi che tentano di narrare un sentimento altrui restano fatalmente limitative: tanto più quelle che sondano vicende inconsuete impregnate di mistero, ossia consumate come relazione personale segreta con Dio medesimo.

Ogni vocabolo della frase mariana, secondo linea del parallelismo che apre il suo cantico, contiene una propria sfumatura utile alla comprensione del sentimento esternato, che è la personale situazione di gioia. Maria intende affermare che la gioia è una componente basilare della sua esistenza, non solo un segmento transitorio di esultanza nello spirito, cioè circoscritto nella sede intima dei sentimenti. Infatti il testo originale si esprime con il verbo al passato traducibile appunto con un «fu piena di gioia» (anche esultò, fu felice, si rallegrò). Questa forma verbale equivale a un «passato continuativo»: fissa il momento in cui iniziò l’evento che sta proseguendo tuttora (la traduzione in italiano «esulta» utilizza la forma del presente storico che ha la medesima finalità di rammentare il punto d’inizio dell’esultanza). La vivisezione delle parole mette a disposizione lenti che vedono l’immediato e intravedono aperture.

La sostanza dell’affermazione autobiografica attesta la presenza di gioia nella propria esistenza. L’inizio di quella gioia coincide con l’evento dell’annuncio angelico: le prime parole udite da Maria sono state quel «gioisci tu che sei stata riempita di gioia», dopo il quale la fanciulla nazaretana rimase turbata e assorta per capirne il senso. Non rimase incompreso il significato di quel saluto. Passarono non molti giorni dal dì dell’annuncio a quello del cantico nella casa della parente Elisabetta e di Zaccaria, pure loro nella gioia per il dono del figlio supplicato: la confidenziale condivisione della rispettiva esperienza di Dio contribuiva ad accumulare gioia, confermava che il cammino nella gioia era stato imboccato.

Il prosieguo della vita della madre di Gesù il Cristo si inquadra anche scenari drammatici, di angoscia, di dolore. Ma la gioia resta una pienezza inesauribile. La ragione basilare di quella gioia è la convinzione d’una salvezza sperimentata nella presenza del Dio suo salvatore, il quale ha volto lo sguardo verso quella sua serva che tutte le generazioni riconosceranno beata cioè donna gioiosa. La gioia di Maria consiste nella consapevolezza del dono di una salvezza che va crescendo senza fine nella sua vita, che vivifica la sua persona.

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