Toscana

SACERDOTE UCCISO IN TURCHIA: VESCOVI TURCHI: «UCCISO PER CREARE UN CLIMA DI DESTABILIZZAZIONE NEL PAESE»

Non era solo il giovane che ieri ha ucciso don Andrea Santoro, con un colpo di pistola mentre pregava nella chiesa parrocchiale di Santa Maria a Trebisonda, città turca sul Mar Nero. Dietro di lui “c’è senz’altro qualcuno alle spalle”, interessato a creare “un clima di destabilizzazione” in un Paese che sta cercando di entrare in Europa. È la convinzione di mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Izmir e presidente della Conferenza episcopale turca. Mons. Franceschini – che con il nunzio partirà in data ancora da definire per Trebisonda dove si svolgerà una celebrazione funebre prima che la salma parta per Roma – non crede all’ipotesi paventata dai giornali e cioè che dietro alla morte di don Andrea ci sia la mafia delle prostitute che “il parroco seguiva, accogliendo anche quelle che arrivavano dai paesi vicini”. “Credo piuttosto – spiega – ad un collegamento con questa ondata di violenza che è nata dalle vignette su Maometto e il Corano che non fanno ridere nessuno. La preoccupazione è grossa. Non era mai successo qui in Turchia se non qualche anno fa. Stavamo vivendo anni di serenità e di colloquio”.

Secondo l’arcivescovo, “non è un caso facile da risolvere” ma l’impressione è che “non ci sia solo un giovane dietro alla sua morte ma qualcosa di organizzato. Quindi non uno solo, ma qualcuno che aveva voglia di creare un clima di destabilizzazione nel paese”. “Non lo possiamo dire con prove alla mano ma lo pensiamo perché la situazione in questo momento in Turchia era tranquilla, si tentava di dialogare ad ogni costo”. Perché colpire proprio don Andrea? “La morte di don Andrea – risponde il vescovo – è stata una esecuzione senza nessuna ragione e senza nessun processo. Ma l’estremismo è o senza ragione oppure porta avanti calcoli freddamente pur di arrivare a creare scompiglio”. L’arcivescovo tenta una spiegazione: “C’è una parte della popolazione che forse teme l’entrata in Europa. Ma c’è una maggioranza che desidera pur con delle difficoltà entrare in Europa. E questa lotta avrà purtroppo le sue vittime e il suo sangue. Don Andrea non c’entrava niente in questa questione. Perché lui era un uomo che parlava di Dio e non parlava di Europa. Parlava di dialogo possibile. Noi continuiamo a credere con lui che il dialogo sia possibile perché musulmani e cristiani venerano l’unico Dio. Sia pure con proposte diverse e con radicalizzazioni diverse, siamo tutte persone che impostano la propria vita sulla legge di Dio”.Sir